Glacial Fear «Filthy Planet» (2007)

Glacial Fear «Filthy Planet» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Alcio »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1927

 

Band:
Glacial Fear
[MetalWave] Invia una email a Glacial Fear [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Glacial Fear [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Glacial Fear [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Glacial Fear [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Glacial Fear [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Glacial Fear

 

Titolo:
Filthy Planet

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
• Gianluca Molè - Chitarre/Samples
• Giuseppe Pascale - Vocals
• Giuseppe Tatangelo - Basso
• Enzo Rotondaro - Batteria

 

Genere:

 

Durata:
28' 5"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2007

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Di gavetta e di strada i Glacial Fear ne hanno davvero fatta tanta, se pensate che (pur con altre formazioni, tutte però coordinate dal leader storico Gianluca Molè), il gruppo esiste da oltre 13 anni.
La solita trafila di demo, 7 pollici, debut targato 1997 e concerti di spalla ai nomi più famosi della scena metal italiana hanno permesso una maturazione niente male del combo, che dal death piuttosto crudo degli esordi è arrivato ad una sorta di death core tirato e leggermente visionario, dopo un periodo di sperimentazione quasi-industrial.
Il CD in esame quest'oggi mi colpise innanzi tutto per il formato (case DVD) e per la cura grafica con il quale è confezionato grazie al buon lavoro di Dario Ursino di Porro Zine.
La seconda cosa che mi colpisce è che i nove brani che lo compongono durano poco più di 28 minuti, aspetto che
la dice lunga sull'impostazione hard-core del combo calabrese.
Ma passiamo all'ascolto.

Apre le danze (dopo un suono straniante) la groovy "Addicted to Chaos", giocata sul ritmo saltellante della batteria, su di un arpeggio distorto che accompagna la sezione ritmica e su cui si staglia la voce urlata su toni medio alti di Giuseppe.
La seguente "The common will" è a sua volta molto compressa e dal drumming dispari fino all'accelerazione centrale. Il lavoro di chitarra disegna melodie malsane, che fanno tornare alla mente mostri sacri del thrash più sperimentale, come Voivod e certi Coroner.
La successiva "Crimescope..." è tutta giocata su di mezzo tempo granitico e sul lavoro di chitarra che alterna altri arpeggi distorti a melodie malate e (volutamente) ripetitive.
È dunque la volta di "Hannibal...." introdotta dal drumming semi-tribale dei tom e da un riff tagliente che sfociano in un up-tempo veloce e di scuola hard-core.
Altro up-tempo iniziale, ma in chiave più death, apre "Into the.." fino a sfociare in un mezzo tempo dalle atmosfere cupe ed ipnotiche.
Suoni sintetici fanno da apripista ad "Outburst" giocata tra accelerazioni, ritmi groovy, lavoro straniante della chitarra e pulsante della sezione ritmica.
"Walk Away" inizia con un gioco basso/chitarra che porta ad un riff spezzato e dissonante con tanto di armonici della chitarra.
"Worms" esplode dal nulla con un riff tirato che si alterna a momenti più groovy.
Chiude il lavoro lo strumentale "In Calabria", composto da sample, arpeggi di chitarra, e melodie dai suoni "sognanti".

Il nuovo dei GF è indubbiamente un lavoro monolitico che dimostra tutta l'abilità di un gruppo forgiato da anni di attività in sala prove e sui palchi di mezza Italia.
Oltretutto, il combo mostra anche una evoluzione sonora rispetto al precedente "Illmatic", giocato molto di più sulle situazioni sintetiche date dai sample, relegati solo dove servono in questo "Filthy Planet".
Il disco vale molto più di un ascolto, e se mi viene chiesto di muovere una qualche critica mi viene spontaneo farla solo ed esclusivamente all'impostazione vocale del (pur bravo) vocalist: in alcuni frangenti, modificare un po' il tono e seguire le dissonanze della musica avrebbe reso di sicuro l'impasto sonoro maggiormente interessante.
A prescindere, comunque, da questo mio personalissimo parere, onore ai Glacial Fear che non si piegano al sistema e che continuano dritti per la loro strada!

Track by Track
  1. Addicted to Chaos 80
  2. The Common Will 75
  3. Crimescope: The Black Connection 80
  4. Hannibal Sleeps for 8,5 Years 80
  5. Into the Torture House 70
  6. Outburst 75
  7. Walk Away 70
  8. Worms 80
  9. In Calabria 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
77

 

Recensione di Alcio » pubblicata il --. Articolo letto 1927 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti